Non sempre una tecnologia più avanzata migliora i processi: il caso Voice Picking

Nel settore della logistica dei magazzini si è diffuso negli ultimi anni il sistema di Voice Picking: questa tecnologia utilizza una sintesi vocale per dare all’operatore di magazzino informazioni sul percorso da seguire e sulle operazioni da realizzare.

Questo sistema nacque con l’idea di velocizzare le operazioni di magazzino: l’operatore indossa delle cuffie dotate di microfono, collegate a un device elettronico, attraverso le quali comunica con un bot, che gli trasmette le indicazioni sulle azioni da mettere in atto. L’addetto, che deve dare dei feedback vocali ad ogni operazione compiuta, ha così le mani libere.

Grazie al Voice Picking si vanno a eliminare i tempi non a valore che si avevano con il più antiquato sistema degli scanner manuali. Quest’ultimo prevedeva la scannerizzazione del barcode tramite un dispositivo tenuto in mano: per effettuare le operazioni di prelievo, l’addetto doveva posare tale dispositivo per poter liberare le mani.

 

Le criticità tecnologiche del Voice Picking

Tutto vero, tuttavia il sistema di Voice Picking presenta comunque una serie di problemi:

  1. il sistema di check digit, che prevede la lettura di un codice alfanumerico per dare conferma della posizione di picking raggiunta, comporta la possibilità di errore da parte dell’operatore e può obbligarlo ad avvicinarsi molto per poter leggere correttamente;
  2. possono inoltre verificarsi problemi di connessione tra device e cuffie creando rallentamenti indesiderati;
  3. l’operatore stesso può avere difficoltà nella lingua e non comprendere correttamente il comando che è stato impartito;
  4. i comandi registrati spesso utilizzano parole molto comuni, che l’operatore può pronunciare senza volersi rivolgere al sistema di Voice Picking, e che quest’ultimo può interpretate in modo errato.

E questo solo dal punto di vista operativo. Ma ci sono anche altri problemi, che riguardano il lato umano di questa tecnologia.

 

I limiti dal punto di vista umano

Nel Voice Picking, infatti, l’esperienza dell’operatore è caratterizzata dalla continua interazione con una voce computerizzata, senza possibilità di poter interagire con colleghi a causa del microfono delle cuffie, che – come abbiamo spiegato – potrebbe codificare un comando quando questo non è mai stato pronunciato intenzionalmente. Ciò risulta pesante per un operatore che esegue una routine di operazioni senza avere la possibilità di relazionarsi con qualcuno. L’alienazione al lavoro rischia di compromettere la produttività del singolo e di conseguenza di tutto il magazzino.

 

Rivalutare altre soluzioni

Negli ultimi anni diverse aziende hanno deciso di fare un “passo indietro” tornando ad utilizzare un sistema di scanning manuale. La principale novità, nonché il motivo per il quale si è tornati a questa tecnologia, riguarda l’incredibile livello di ergonomia raggiunto dallo scanner il quale, nelle versioni più recenti, può essere integrato in un guanto: l’operatore che lo indossa, in questo modo, monta un piccolo monitor sul dorso della propria mano.

Tale soluzione ingloba i vantaggi del Voice Picking a “mani libere”, riducendo notevolmente le possibilità di commettere errori dovuti all’utente, in quanto la lettura del codice non è più vocale ma attuata digitalmente dallo scanner. Viene meno così la difficoltà di comprensione nella comunicazione: l’operatore non deve più ascoltare in cuffia quali azioni compiere, ma le legge sul monitor che indossa. Inoltre, lo scanning manuale risulta essere anche più “umano”: l’operatore non lavora più a tu per tu con una macchina ma può liberamente interagire con i colleghi senza per questo dover interrompere le proprie attività come avviene con il sistema voice.

Questo cambio di rotta dimostra come una tecnologia “antiquata” può risultare migliore di una più “avanzata” se ripensata correttamente andando incontro alle esigenze reali di chi opera nel gemba.

 

Daniele De Giuli

 

Foto di Adrian Sulyok su Unsplash

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